Menu Chiudi

I demoni interiori, parte 2: datemi proteine o catabolizzo!

By Dott. Francesco Pelizza

Spesso molti falsi miti e pratiche errate (o poco utili) vengono attuate allo scopo di non perdere nemmeno un grammo di muscolo a causa dell’allenamento. Ma prima di parlare di cause ed effetti spendiamo un paio di parole per fare chiarezza su quali siano le esigenze e condizioni che favoriscono l’aumento e la perdita di tessuto muscolare.
Prima di tutto, regimi di deprivazione calorica portano l’organismo a catabolizzare anziché sintetizzare nuovi tessuti e anche il tessuto muscolare viene preso di mira, molto più di quanto si possa immaginare. Il muscolo rappresenta infatti un tessuto metabolicamente molto attivo e quindi un problema energetico e, non potendosi sacrificare altri organi più importanti, l’unico tessuto che costa molta energia “inutile” è quello muscolare. Quindi, in termini di economia energetica, la scelta migliore è quella di ridurre appunto la quantità di quel tessuto che sperpera energia in condizioni di nutrizione limitata. Non possiamo quindi noi scegliere cosa l’organismo deciderà di catabolizzare (magari!), possiamo al limite indirizzare l’organismo a catabolizzare preferenzialmente una riserva energetica piuttosto che un’altra. A tutto c’è un limite però e in caso di estremo deficit il corpo agirà secondo le logiche di economia riportate sopra.
Possiamo poi dire che la crescita muscolare si adatta allo sforzo sportivo svolto. Un ciclista fondista ha muscoli piccoli sia perché durante lunghe sessioni di allenamento o gara l’organismo catabolizza anche tessuto muscolare, ma soprattutto perché lo sforzo muscolare che gli serve compiere nell’unità di tempo (la singola pedalata) non rappresenta un evento che richieda l’erogazione di molta potenza meccanica. Il muscolo del ciclista adattandosi a questo, non raggiungerà mai volumi estremi a differenza di un’attività più propriamente di bodybuilding in palestra, dove si compiono sforzi più intensi la muscolatura si adatta per sostenerli ipertrofizzandosi.
Per cui la prima cosa è che l’alimentazione fornisca al proprio corpo tutti gli elementi necessari per promuovere la sintesi muscolare laddove richiesta grazie ad un giusto bilancio dei nutrienti. In seguito, serve fare ciò che serve per ottenere i risultati desiderati, il che si traduce in olio di gomito senza eccessi o estremismi di nessuna forma perché, come al solito, il troppo stroppia.

Ora, passiamo a parlare di ciò che non funziona per l’organismo umano per evitare il catabolismo.

Le migliori fonti energetiche per il nostro corpo derivano da carboidrati e acidi grassi e l’unica vera soluzione è gestirli in modo adeguato e non deprivarsene. Mentre per le proteine, malgrado possano essere usate a scopo energetico, la loro vera funzione è strutturale e se impiegate per produrre energia producono notevoli quantità di sostanza tossiche (e.g. ammoniaca e specie ioniche derivate, ossanioni, urea e altri intermedi che ricordano gli anelli benzenici per gli aminoacidi aromatici). L’organismo umano non ragiona con il concetto di sostituzione, per cui se mangio molte proteine “non mi mangio muscolo”, anzi eventualmente per l’effetto tossico dell’abuso proteico, quello delle solite mondane diete high-proteine e low carb, il catabolismo muscolare sarà stimolato.

Per cui il concetto di equilibrio citato nello scorso articolo, è ancora una volta valido. Non c’è una soluzione efficiente che preveda la riduzione di calorie oltre il proprio fabbisogno sacrificando soprattutto carboidrati e acidi grassi. Esistono molte vie, alcune molto di moda, che in termini di efficienza lasciano molto da dire. Allora perché faticare 80 per ottenere 15 quando faticando 30 si può ottenere 20?

Alla prossima lettura

Lascia un commento